Verità Bibliche

Decimare, dare ed il Nuovo Testamento (PDF) Edizione PDF

Sostenitori dei salari del personale della chiesa – cosa la Parola dice e cosa non dice



Quando si tratta del dare questa è un'altra questione molto interessante. Per personale, qui, intendo la gente che sono pastori, assistenti pastori, giovani pastori cioè “professionali” che sono supposti di portare avanti i principali lavori della chiesa locale. Questa domanda diventa molto interessante perché il salario del personale è considerato una grande parte delle spese della chiesa moderna. Prima di andare avanti, dobbiamo notare che la chiesa gerarchica che vediamo oggi nelle chiese contemporanee, non è qualcosa che troveremo nella Bibbia. In base a questa gerarchia noi abbiamo il pastore anziano che è - implicitamente o esplicitamente – qualcosa come capo/boss della chiesa. Sotto di lui ci sono altre simili professionali che fanno il lavoro di giovani pastorali, assistenti pastorali, ecc. e normalmente sono impiegati a tempo pieno dalla chiesa, lavorando sotto il controllo del pastore anziano. Il pastore a sua volta è sotto l'autorità del “vescovo”, che è il responsabile del clero di una regione. E poi ci sono gli anziani. Questi non sono considerati “professionali” cioè sono persone che lavorano a tempo pieno e partecipano all'amministrazione della chiesa. All'ultimo ci sono i credenti, che insieme agli anziani sono chiamati “laici”. Benché non tutte le chiese seguono questa esplicita distinzione, queste esistono, anche se implicitamente, nella grande maggiorità delle chiese. Andando ora nel Nuovo Testamento, vedremo qui che non ci sono tali strutture. Qui non vedrai pastori, assistenti pastori, vescovo e gli anziani come una categoria separata dall'altra gente. Nel Nuovo Testamento, quello che vedi come leader della chiesa locale è l'anziano. Questi sono chiamati pastori e vescovi. Nel Nuovo Testamento, anziani, pastori, vescovi sono termini usati per le stesse persone. La funzione di questa gente è di pasturare, curare, la chiesa locale, sorvegliare il gregge (La parola Greca per “vescovo” vuol dire sorvegliare) poiché essi sono i fratelli più anziani cioè sono maturi nella fede, credenti maturi. Ci sono un'infinità di scritture che mostrano questo chiaramente e presto farò un' altro studio riguardo esclusivamente questo soggetto, ma c'è un passaggio che racchiude il tutto: in Atti 20:17 Paolo nel suo cammino a Gerusalemme, passò ad Efeso, “dove chiamò gli anziani (plurale) della chiesa”. Da notare, c'era una sola chiesa, la chiesa di Efeso, e molti anziani. Inoltre da notare che Paolo chiamò gli anziani. Il testo non dice che egli chiamò gli anziani, i pastori, gli assistenti pastori ed il vescovo. Solamente gli anziani! Tutti uguali, senza nessuno particolare titolo riferito a nessuno di loro. Non c'era un persona chiamata “pastore anziano” o “assistente pastore” ecc. Essi erano tutti anziani. E ce n'erano molti! Andiamo a vedere adesso cosa gli disse:

Atti 20:28
“Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue.”

In questo verso noi abbiamo il tutto. La gente invitata alla riunione erano gli anziani della chiesa di Efeso. Qual'era il ruolo di questi fratelli? Il loro ruolo era di PASCERE. La parola tradotta “pascere” in questo verso è la parola greca “episkopos”. Ed è la stessa parola che è usata in 1 Timoteo 3:2 tradotta come “vescovo” dicendo: “che il vescovo [episkopos] sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, assennato..” È nuovamente tradotto in Tito1:7 “Poiché il vescovo bisogna che sia irreprensibile, come economo di Dio;..” Gli anziani della chiesa di Efeso - e per questo, gli anziani di ogni chiesa nel Nuovo Testamento - erano “episkopoi”, che vuol dire pascere. Tutto al contrario: gli “episkopi” menzionati nella Bibbia sono gli anziani della chiesa locale. Nel dizionario di Vine troviamo cosi:

“il termine “anziano” indica una persona matura con esperienze spirituali e conoscente di ciò descritto: la parola “vescovo” indica il carattere del lavoro in carico” (Vine dizionario pag.130-131).

Vescovi ed anziani sono la stessa cosa nella Bibbia. Può essere che nel mondo contemporaneo queste sono presentate come due classi differenti ma tale distinzione non viene dalla Bibbia.

Ma in Atti 20:28 ci dice qualcosa in più: da notare che gli anziani scelti ad essere pastori nella chiesa di Dio o essere pastori come è nella traduzione. La parola “pastore”che appare in questo passaggio è la parola greca: poimaino che vuol dire; “agire come un pastore” (Vine dizionario pag.427), in altre parole è “pascere”. Un pastore è qualcuno che pasce il gregge. Non solamente provvede il mangiare ma anche svolge l'attività di guidare. Oltre a ciò prende cura di quelli che stentano, che hanno bisogno di particolare attenzione.. Noi possiamo trovare nella Bibbia tutte le funzioni di un pastore, ma come ho detto non andrò tanto lontano perché lo scopo di questo studio è molto differente. Ci sarà un' altro studio riguardo questo soggetto. Quello che dobbiamo tenere in mente qui è il seguente: in nessuno modo ed in nessuna maniera la Parola di Dio suggerisce la distinzione che abbiamo oggi nelle chiese. Ne tanto meno menziona pastori, vescovi, assistenti pastori ed anziani come una categoria separata di persone. Tutto quello che sappiamo degli anziani è che egli pascolano la gregge di Dio, la chiesa locale, essendo responsabile di essa. Questi anziani non sono persone con una laurea in Teologia. Queste erano ordinarie persone della congregazione. Essi erano credenti che avevano acquisito maturità e che erano pronti ad essere pastori e pascere i giovani credenti con lo scopo finale di edificarli in Cristo. Non c'è nessuna indicazione nelle Scritture che queste persone dovevano lasciare il loro lavoro secolare. Inoltre non c'è nessuna indicazione nelle Scritture che questi anziani dovevano ricevere un salario mensile dalla chiesa locale per quello che facevano. In fatti, non c'era nessuna chiesa del Nuovo Testamento in cui gli anziani che pascevano, con responsabilità, il gregge erano impiegati a tempo pieno dalla chiesa, prendendo un salario mensile regolare dalla chiesa. Abbiamo una prova di ciò? Si noi l'abbiamo. Continua a leggere.

Sui salari del personale della chiesa: l'esempio di Paolo.

Paolo ed il suo gruppo erano lavoratori apostolici, andavano di città in città predicando il vangelo e stabilendo nuove chiese. Non restavano mai in un posto permanentemente. Erano quasi sempre in viaggio, predicando il vangelo. Per queste persone, e lo vedremo anche più in la, il Signore ordinò

1 Corinzi 9:14
“Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’ Evangelo.”

Questa non è una referenza per gli anziani, residenti permanenti di una chiesa locale. Questa non sarebbe di nessuno uso per 1 Corinzi 9. La referenza qui è per i lavoratori apostolici che andavano di città in città, predicando il Vangelo e stabilendo nuove chiese. In altre parole, essi erano quelli che oggi si chiamano missionari. Questi lavoratori apostolici erano autorizzati di vivere completamente dal loro lavoro di Evangelizzazione. Paolo era uno di loro, Barnaba era un' altro. Come Paolo dice nei versi 3-6 dello stesso capitolo:

“Questa è la mia difesa di fronte a quelli che mi sottopongono ad inchiesta. Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno con noi una moglie, sorella in fede, siccome fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?

Bisogna riformulare l'ultima domanda affinché essa si adatta in un certo modo alle prime due domande: “Io e Barnaba abbiamo il diritto di non lavorare? La domanda implica che gli apostoli in generale non avevano un lavoro secolare. Ma Paolo e Barnaba lavoravano. Paolo e Barnaba, con “l'ansietà per tutte le chiese” (2 Corinzi 11:28) su Paolo, continuavano a lavorare. Il Signore gli aveva dato il diritto di non avere un lavoro secolare ma vivere sul vangelo. Ma essi non usarono questo diritto. Ecco qui cosa Paolo dice:

1 Corinzi 9:14-18
“Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’Evangelo. Io però non ho fatto uso d’alcuno di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché veder qualcuno render vano il mio vanto. Perché se io evangelizzo, non ho da trarne vanto, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me, se non evangelizzo! Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è pur sempre un’amministrazione che m’è affidata. Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che annunziando l’Evangelo, io offra l’Evangelo gratuitamente, senza valermi del mio diritto nell’Evangelo.

Paolo ha il diritto di vivere dal lavoro di evangelizzazione. Benché ciò gli appartiene come diritto non lo usa, anzi al contrario preferisce lavorare. Sceglie la strada più dura, benché egli riceva occasionalmente contributi volontari dai credenti. Ecco qui in Atti 18:1-3 la prova della sua onestà:

Atti 18:1-3
“Dopo queste cose egli, partitosi da Atene, venne a Corinto. E trovato un certo Giudeo, per nome Aquila, oriundo del Ponto, venuto di recente dall’Italia insieme con Priscilla sua moglie, perché Claudio aveva comandato che tutti i Giudei se ne andassero da Roma, s’unì a loro. E siccome era del medesimo mestiere, dimorava con loro, E LAVORAVANO; poiché, di mestiere, eran fabbricanti di tende.

Il Vangelo non dice che aveva e non dovrebbe avere un prezzo specifico da essere assegnato. Esso doveva essere fatto gratuitamente, senza spese a carico, e Paolo si assicurò che fosse così. Ma c'è anche un'altra ragione perché fece così. E questa è mostrata in 2 Tessalonicesi 3:6-10 :

“Or, fratelli, noi v’ordiniamo nel nome del Signor nostro Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si conduce disordinatamente e non secondo l’insegnamento che avete ricevuto da noi.Poiché voi stessi sapete com’è che ci dovete imitare: perché noi non ci siamo condotti disordinatamente fra voi; né abbiamo mangiato gratuitamente il pane d’alcuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non esser d’aggravio ad alcun di voi. Non già che non abbiamo il diritto di farlo, MA ABBIAMO VOLUTO DARVI NOI STESSI AD ESEMPIO, PERCHÈ CI IMITASTE. E invero quand’eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se alcuno non vuol lavorare, neppur deve mangiare.”

Paolo ed i suoi collaboratori avevano l'autorità di mangiare “gratuitamente il pane d'alcuno”. Essi avevano l'autorità di usufruire di questo beneficio perché erano lavoratori apostolici, no come gli anziani della chiesa locale. Ma essi non l'usarono. Al contrario essi lavoravano, giorno e notte come egli dice. Perché? Affinché fossero un ESEMPIO da imitare. “Esempio” è la parola chiave qui. E quale era l'esempio: che essi dovrebbero lavorare e se alcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare. Tutto ciò cosa vuol dire per le chiese che Paolo fondò nel Nuovo Testamento? Se Paolo ed i suoi collaboratori lavoravano ovunque essi andavano, per essere un modello per gli altri credenti, pensi tu che c'era un anziano nella chiesa che non lavorava ma che aveva comunque un salario dalla chiesa? Penso proprio di no. Oltre ciò, sebbene lavoratore apostolico – piantatore di chiese – avevano il diritto di evitare di avere un lavoro secolare per vivere, gli anziani on avevano questa autorità.

Ma le referenze della Parola di Dio riguardo l'esempio di Paolo non si fermano qui. 1 Tessalonicesi 2:9 ci dice:

“Perché, fratelli, voi la ricordate la nostra fatica e la nostra pena; egli è lavorando notte e giorno per non essere d’aggravio ad alcuno di voi, che v’abbiamo predicato l’Evangelo di Dio.

Essi lavoravano giorno e notte affinché non fossero d'aggravio ad alcuni di voi. Il ministero non era un lavoro per loro; qualcosa da guadagnare per poter vivere. Lo scopo principale della loro vita era di fare la volontà di Dio e non di vivere su di esso. Il loro guadagno veniva dal lavoro, come chiunque altro, dando un ESEMPIO, a tutti gli altri. Atti 20:33-35 è un'altra caratteristica di questo passaggio. Esso fa parte dello stesso discorso fatto da Paolo agli anziani (pastore, responsabili) della chiesa di Efeso. Andiamo a vedere cosa gli dice:

Atti 20:33-35
“Io non ho bramato né l’argento, né l’oro, né il vestito d’alcuno. Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che eran con me. In ogni cosa vi ho mostrato ch’egli è con l’affaticarsi così, che bisogna venire in aiuto ai deboli, e ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: Più felice cosa è il dare che il ricevere.”

Di nuovo Paolo presenta se stesso come un esempio. Voi sapete, egli disse loro, che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei. Questa referenza è molto chiara e mette in evidenza il fatto che quando Paolo era in Efeso, lavorava per provvedere a lui stesso ed agli altri. Ma c'è qualcosa in più. Guarda quello che dice: “vi ho mostrato che è CON L'AFFATICARSI COSÌ, CHE BISOGNA VENIRE IN AIUTO AI DEBOLI.” Paolo sta parlando degli anziani (pastori, vescovi) della chiesa di Efeso. Egli parla ai dirigenti della chiesa locale. E cosa dice a loro? Egli gli sta dicendo “guarda come io cammino tra di voi. Io ho lavorato duro per provvedere ai miei bisogni. FATE LO STESSO.” Affinché tramite “l'affaticarsi così, che bisogna venire in aiuto dei deboli. E ricorda le parole del Signore Gesù disse “Più felice cosa è il dare che il ricevere”. Il dirigente della chiesa locale doveva seguire l'esempio di Paolo, lavorare duro per venire in aiuto dei deboli. Essi non dovevano essere i beneficiari dei salari dalla congregazione. Paolo, l' esempio, non era il beneficiario di tale salario! Come hanno fatto? Essi preferivano essere un aiuto ed un sopporto ai deboli. Essi preferivano dare invece di ricevere.

Commentando su Paolo ed il suo esempio qui c'è qualcosa che alcuni commentari ed eruditi ben conosciuti dicono.

F.F. Bruce - (Il Nuovo Commentario Internazionale sul Nuovo Testamento: Atti [Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans, 1986] pag.418

“Ritornando una volta in più all'esempio la quale egli aveva posto davanti a loro, egli gli ricorda, finalmente, che quelli che prendono cura del popolo di Dio devono farlo senza aspettarsi ricompense materiali. Come Samuele chiamò tutta Israele per testimoniare quando stava deponendo il suo ufficio come giudice (1 Samuele 12:3), così Paolo chiamò gli anziani per testimoniare che tutto il tempo che egli trascorse con loro, non ambiva a cose che non gli appartenevano; al contrario, egli addirittura non prevalse sul suo diritto di essere mantenuto da quelli di cui si prendeva cura spiritualmente, ma egli si guadagnò il suo vivere e quello dei suoi collaboratori, lavorando duro: “queste mani” (inevitabilmente con un appropriata gesticolazione) “hanno provveduto ai bisogni miei, e quelli che erano con me”.(v 34). Lascia che quelli a cui sta parlando, facciano la stessa cosa, lavorano per provvedere non solo ai loro bisogni ma anche a quelli degli altri – i malati in particolare.”

Simon Kistemaker (Professore del Nuovo Testamento al Seminario di Teologia Riformato) – (Commentario del Nuovo Testamento: Atti [ Grand Rapids: Baker Book House, 1990] pag 737,740).

“Nelle sue lettere (Paolo) rivelò che aveva lavorato con le sue mani giorno e notte per provvedere i suoi bisogni, affinché nessuno fosse in condizione di accusarlo che dipendeva dagli ascoltatori del Vangelo per i suoi bisogni materiali (paragonare 1Samuele 12:3). Egli rifiutò di essere un carico per qualsiasi chiesa che egli aveva stabilito. Nell'eseguire lavori manuali, egli provvedeva per i suoi bisogni finanziari. Paolo riceveva doni dai credenti in Filippi, come egli stesso rivela. (Filippesi 2:25); 4:16-18) e pertanto dice che non aveva sollecitato questi doni in nessun modo. Gli anziani di Efeso avevano osservato il ministero di Paolo ed il fisico lavoro i suoi tre annidi permanenza. Essi erano capaci di testimoniare che egli non aveva sfruttato nessuno (2 Corinzi 7:2), ma che aveva sempre agito come un esempio di diligenza e di autosufficiente, nel buon senso della parola. Egli era un modello ai credenti ed insegnò il ruolo: “Che se alcuno non vuol lavorare, neppur deve mangiare.” (2 Tessalonicesi 3:10).... Sembra che Paolo riuscì ad avere una entrata sufficiente per se stesso ed anche per i suoi compagni....Sotto tutti gli aspetti, Paolo dice agli anziani di Efeso, Io dissi di lavorare duro e con il vostro guadagno aiutare i deboli... Egli esorta loro di seguire il suo esempio e di lavorare duro.”

Rolland Allen, autore del lavoro classico, Metodi Missionari: San Paolo o Nostri? (Grand Rapids: Wm. B Eerdmans 1962).

“Quando Io scrissi questo libro Io non avevo osservato che nel dirigersi agli anziani di Efeso, San Paolo definitivamente dirige loro a seguire il suo esempio e provvedere a se stesso (Atti 20:34-35). Il diritto di provvedere è sempre riferito ai pellegrini, evangelisti, profeti, no di stabilire un clero locale (vedi Matteo 10:10, Luca 10:7, 1 Corinzi 9:1-14) con la dubbiosa aspettazione dei Galati 6:6 e 1 Timoteo 5:17-18, e perfino se questi passaggi sono riferiti ai doni di denaro, essi certamente non sono concepiti come salari fissi che erano un abominazione agli occhi dei primi Cristiani (pag.50).”

Carl B. Hoch, Jr., professore del Nuovo Testamento al Grand Rapids Seminario Battista (Tutte le cose nuove) [Grand Rapids: Baker Book House, 1995] pag.240).

“Nei primi tempi del Nuovo Testamento i dirigenti normalmente non erano pagati. La ragione di ciò è che il denaro era dato piuttosto come un dono che come una entrata o un salario. I dirigenti come Paolo avrebbero potuto ricevere denaro ma Paolo scelse di non ricevere niente dai Corinzi (1 Corinzi 9:8-12). Egli voleva servire senza dipendere da nessuna chiesa per il sopporto finanziario. Le chiese hanno una responsabilità di “non metter la museruola al bue che trebbia” (1 Timoteo 5:18) e faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra (Galati 6:6). Ma il denaro non era mai stato considerato come la forza del ministero (1 Pietro 5:2). Sfortunatamente, le chiese oggi non chiamano un uomo fin quando non sono capaci di sopportarlo, ed alcuni uomini non considerano seriamente la chiamata se il pacchetto finanziario è “inadeguato” (Tutte le Cose Nuove) ”

Watchman Nee – La Vita Normale della Chiesa Cristiana (Anaheim, Ca: Living Stream Ministry, 1980)

“Non è che gli anziani si dimettono dalle loro ordinarie professioni e si dedicano se stessi esclusivamente ai loro doveri in connessione con la chiesa. Essi sono semplicemente uomini locali, seguaci dei loro scopi normali e allo stesso tempo portano speciali responsabilità nella chiesa. Se i loro affari locali aumentano, si possono dedicare totalmente al lavoro spirituale, ma le caratteristiche di un anziano non è che egli sia un “lavoratore Cristiano a tempo pieno”. Esso è semplicemente, un fratello locale, che accetta responsabilità nella chiesa locale (pag.62-63).”

Per me non c'è assolutamente nessuna ombra di dubbio che non c'era un salario per il personale della chiesa nel Nuovo Testamento. Che bella differenza con i tempi attuali? Oggi non ho conosciuto ancora una chiesa che non paga il personale. I salari salgono dal 50 al 60% nel preventivo della chiesa con circa il 20 – 30% per i lavori edilizi. Un' altro punto che la chiesa del Nuovo Testamento non aveva. È molto triste ammetterlo, ma è la verità, circa l'80-90% di una chiesa moderna ha un preventivo per voci che i Cristiani del primo secolo non avevano idea. Questo certamente è definitivamente molto triste.

Sostenere gli anziani: cosa la Bibbia dice a proposito?

Ora, avendo appena detto ciò, la Bibbia non provvede qualcosa a quelli che investono il loro tempo ad insegnando e pascendo altri? La risposta è sì. Benché non ci siano impiegati salariati nelle chiese locali, c'è comunque una chiara indicazione nelle Scritture che gli anziani, i pastori della locale congregazione, erano i beneficiari d'onore del popolo. Come I Timoteo 5:17-18 ci dice:

“Gli anziani che tengono bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che faticano nella predicazione e nell’insegnamento; poiché la Scrittura dice: “Non metter la museruola al bue che trebbia;” e “l’operaio è degno della sua mercede.”

Da notare nel passaggio che non parla a proposito di un anziano o di un pastore. Esso parla a proposito di anziani, molti di loro. Il carico del pascere la chiesa locale non era mai stato considerato il lavoro di un solo individuo ma di molti diversi fratelli maturi. Questo è il Nuovo Testamento dirigenti collettivi sotto un solo capo, il Signore Gesù Cristo contrariamente ad un solo uomo dirigente che è il caso più comune nei nostri giorni ed soprattutto attraverso la storia degli ultimi secoli. Ritornando al verso 17, la referenza di onorare vuol dire rispetto, valutazione, onorare gli anziani, specialmente quelli che lavorano nella Parola e nella dottrina. Questo potrebbe anche includere l' offerta di doni volontari a loro vantaggio.

Quel doppio onore include - sebbene non solamente – sostenere attraverso doni volontari è anche riferita ovviamente al bue nel passaggio sopraccennato, come anche a quello che segue in Galati 6:6, dove noi leggiamo:

“Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra.”

Quelli che sono ammaestrati devono far parte di tutti i suoi beni a chi l'ammaestra e una funzione di un fratello maturo è di insegnare (I Timoteo 3:2). Di nuovo non è un salario, ma esso è uno far parte di tutti i beni, un sopporto volontario. Vedendo dal punto di vista degli anziani questo non è un lavoro per vivere. Essi devono fare questo no per il denaro o a causa del denaro. Essi devono farlo comunque senza guadagno. Come Pietro dice parlando agli anziani

I Pietro 5:1-2
“Io esorto dunque gli anziani che sono fra voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che ha da essere manifestata: Pascete il gregge di Dio che è fra voi, non forzatamente, ma volonterosamente secondo Dio; non per un vil guadagno, ma di buon animo.”

Nota di nuovo che gli anziani, pastori, responsabili (o vescovi) sono termini usati intercambiabili. Come vediamo, gli anziani erano pastori del gregge di Dio, responsabili di essa. Nota anche che pascere la chiesa locale non è un “lavoro”. Non è qualcosa che tu fai quando ricevi un salario o qualcosa che non fai senza di esso. Pascere la chiesa locale è un dono, un ministero e deve essere visto come tale. Adesso, è difficile di essere visto come tale perché quando il compito di pascere resta sopra le spalle di uno solo fratello, che la gente chiama “pastore”. Ma non era mai previsto di essere così. Questo carico dovrebbe posarsi sulle spalle di molti fratelli, ovviamente quelli maturi in Cristo. Era qualcosa che si doveva con la partecipazione di altri. E, ritornando al nostro soggetto, essi dovevano essere i beneficiari d'onore dalla loro congregazione, incluse i loro doni volontari. Questi comunque erano doni, essi erano dati volontariamente e non erano sollecitati da nessuno. Gli anziani non dovevano contare su loro per poter vivere. Essi dovevano guadagnare il loro vivere come chiunque altro. Essi non avevano un salario dalla chiesa. Essi dovevano seguire l'esempio dei loro padri in fede, Paolo, che, avendo molte responsabilità su di lui, andava al mercato per esercitare la sua professione per mantenere se stesso e gli altri. Questo è molto in contrasto con i tempi odierni dove il ministro è spesso considerato ad essere una occupazione che qualcuno non farebbe senza essere pagato.

Anastasio Kioulachoglou